Notule
(A cura di LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)
NOTE
E NOTIZIE - Anno XVIII – 08 maggio 2021.
Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org
della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia”
(BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi
rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente
lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di
pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei
soci componenti lo staff dei
recensori della Commissione Scientifica
della Società.
[Tipologia del
testo: BREVI INFORMAZIONI]
Appunti
sullo stato dell’epidemia da SARS-CoV-2 nel nostro paese. Dall’inizio della pandemia, senza volerlo, abbiamo
assunto il ruolo scomodo di coscienza critica di coloro che hanno avuto il
compito di gestire l’emergenza e stanno oggi gestendo la difficile fase di “convivenza
col virus” che, per un colpevole difetto di impiego degli strumenti di
protezione, è in realtà una condizione emergenziale di fatto, con un numero
di contagi quotidiani notevolmente superiore a quello dello scorso anno, nonostante
nel mondo si disponga da sei mesi dei vaccini, e con la differenza che ormai la
maggioranza si è abituata ad ignorare morti e sofferenti, e a pensare
prescindendo dall’andamento della diffusione epidemica, come fanno i
governanti.
Abbiamo scelto
di non entrare mai nel merito di questioni che attengono all’azione politica e limitarci
a continuare a suggerire le misure mediche e di buon senso per arrestare la
diffusione, e soprattutto abbiamo continuato ad invocare il buon senso del criterio
preventivo, contro il perseverare nell’errore di cercare di inseguire, dopo
averli colpevolmente generati, i focolai e le “ondate” prodotti puntualmente
per condotte negligenti e criteri insensati, dei quali abbiamo parlato in
dettaglio in queste note.
Ora, per
quanto si sta verificando in tutta Italia dalla riapertura, dobbiamo denunciare
il problema della mancanza di controlli.
Il danno che
volevamo scongiurare si è prodotto proprio perché non si è adottato un criterio
preventivo. Avere ancora nel mese di maggio 10.554 contagiati in un giorno (venerdì
7), vuol dire avere ancora qualche milione di persone in Italia che sta contagiando
i contatti e sta favorendo lo sviluppo di varianti: oltre 1000 quelle
identificate e ratificate. Ma con questi criteri di cattiva gestione, mezze
misure e difficoltà nell’ottenere le dosi di vaccino necessarie, si rischia di
giungere in autunno, invece che all’azzeramento degli ammalati (come è avvenuto
dove sono state adottate misure preventive rigorose), a dover combattere con
2000-3000 varianti, senza averle ancora identificate, e col pericolo di
scoprirle solo dopo i primi vaccinati morti di COVID-19.
Lo scorso
lunedì a Edolo in provincia di Brescia è scoppiato un focolaio: dopo la scuola
dell’infanzia chiusa anche la scuola elementare per 63 casi in una settimana (9
in ospedale), con 1400 nuovi casi ogni 100 mila abitanti, quando la soglia per
la zona rossa è 250! Quanti casi ci sono come questo che non vengono agli onori
della cronaca? Dopo un breve giro di telefonate abbiamo scoperto che le
redazioni di quotidiani ed emittenti locali sono piene di notizie di casi
simili.
Intanto, la
Gran Bretagna, che ha vaccinato la gran parte della popolazione e ha tenuto
saggiamente chiusi i confini (non come noi che solo dopo lo scoppio del
focolaio di variante indiana, mentre si “cercano con la mente” nelle campagne
laziali i positivi che si sono dati alla macchia, si decide di sospendere la
comunicazione aerea con l’India), ha oggi aperto a 12 paesi sicuri,
naturalmente escludendo l’Italia.
Nel
cervello epilettico prima delle crisi aumentano gli aminoacidi a catena
ramificata. Caroline Ong e colleghi di Yale hanno monitorato la dinamica della chimica
extracellulare in condizioni di base e prima di crisi spontanee, nel cervello
di pazienti affetti da epilessia refrattaria ai trattamenti. Gli aminoacidi a
catena laterale ramificata e il glutammato erano cronicamente elevati a livello
di base nelle regioni di genesi delle crisi, e l’isoleucina aumentava
significativamente 3 ore prima dello sviluppo di una crisi spontanea. [Ong C., et al., Epilepsia
AOP – doi: 10.1111/epi.16920, 2021].
Nel
cervello la comunicazione consuma 35 volte l’energia necessaria alla computazione.
Secondo i principi darwiniani applicati alle
funzioni bioenergetiche delle cellule e degli organismi, l’evoluzione produce
sistemi energeticamente efficienti, ma la corteccia cerebrale umana presenta
numerosi problemi per il calcolo e la definizione del consumo di ATP in relazione
alle nostre attività cognitive e relazionali. William B. Levy e Victoria G.
Calvert dell’Università della Virginia, considerando numerosi parametri grazie
a un originale criterio matematico, hanno calcolato che per la comunicazione a
distanza la nostra corteccia cerebrale consuma 35 volte l’energia necessaria per
le ordinarie attività di computo. [Cfr. Levy B. W. & Calvert V. C., PNAS
USA 118 (18): e2008173118, 2021].
Nuovo
strumento per la valutazione nei giovani di empatia e “Teoria della Mente”. Empatia e Teoria della Mente (ToM)
sono due componenti fondamentali della comprensione sociale. “Empa ToM” è un compito validato
in social video, che consente manipolazione indipendente e valutazione delle
due facoltà. Così come è concepito, non è adatto all’esame degli adolescenti,
allora Christina Breil e colleghi hanno messo a punto una versione per giovani,
ossia EmpaToM-Y, che ha mostrato un’efficienza comparabile
a quella del test per gli adulti. [Cfr. Breil C., et al. Behav Res Methods. – AOP doi: 10.3758/s.13428-021-01589-3,
May 4, 2021].
Un
elevato livello di istruzione non previene l’invecchiamento cerebrale:
discussione. In psicologia
clinica si assume che il declino delle prestazioni cognitivo-strumentali degli
anziani sia dovuto all’invecchiamento cerebrale e, dunque, il declino minore e
talvolta assente nelle persone di età avanzata con un alto grado di istruzione
è attribuito a un rallentamento dei processi biologici legati alla senescenza. Lars
Nyberg e numerosissimi colleghi hanno indagato la
fondatezza di questo assunto, usando dati longitudinali di studi cerebrali e
verifiche mediante MRI strutturale in 4.422 osservazioni. In particolare, hanno
confrontato parametri di volume corticale regionale e grado di atrofia dell’ippocampo
e della corteccia cerebrale in rapporto all’età e al livello di studi.
È emerso che il
tasso di cambiamento con l’età non è influenzato dal grado di istruzione. Si
può quindi concludere che il maggiore e migliore utilizzo dell’intelligenza,
consentito da un elevato grado di istruzione e da occupazioni di impegno
intellettivo che permangono per tutta la vita, giova alle prestazioni senza
riuscire a ridurre gli effetti dell’invecchiamento fisiologico.
La discussione
dei risultati di questo studio col nostro presidente ci ha condotti a un’ulteriore
osservazione: visto che un maggior impegno cognitivo – come dimostrato da
numerosi studi – è in grado di prevenire o ridurre la formazione di amiloide
ritenuta non connessa alla malattia di Alzheimer e perciò indicata come segno
di semplice invecchiamento cerebrale, se le indicazioni di questo studio
saranno confermate, allora si dovrà ritenere erroneo anche questo assunto. Ma,
non si può escludere che le condizioni di accresciuta produzione di amiloide
simulate nei modelli sperimentali, in realtà riproducano gli effetti di
meccanismi già di per sé patologici. [Cfr. Nyberg L.
et al., PNAS USA 118 (18): e2101644118, 2021].
Notule
BM&L-08 maggio 2021
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